autoconvincimento ALTAMENTE DANNOSO

Continuo, imperterrita, con il mio teatrino. Ottima la regia, degna di nota per l’impegno la protagonista, eccellente riscontro del pubblico e della critica.

Mi chiedo quando la smetterò con il mio autoconvincermi di non avere tempo. O meglio, non avere tempo per me e per vivere.

Per lavorare, il tempo lo trovo sempre, a costo di non dormire la notte. Il contrario per tutto il resto.

Non aggiorno il blog, non esco, non sento gli amici..Non vivo in pratica. E se vivo, vivo con il cellulare e le mail a portata di mano. Triste, vero?

Analizzandomi in questa domenica mi sono accorta di una cosa. Sono così impegnata nel voler dimostrare a me stessa ed agli altri che valgo e che posso affrontare tutto che mi sono scordata come si vive. Sono arrivata a credere che la mia realizzazione come persona, come essere umano sia dettata dai risultati che avrò a lavoro.

E allora chissenefrega del resto, no?  Uscirò domani, o forse settima prossima. Vedrò quel film un’altra sera. Il blog? ma si, con calma.

I giorni passano. Il lavoro continua e la vita..mi sfugge di mano. Mi autoconvinco che è un periodo. Solo questione di tempo. Devo sistemare e assestare la mia vita.

Quante cazzate.

Nessuno mi potrà ridare i sorrisi persi, le risate, le emozioni e si, anche le delusioni (che fanno crescere). Nessuno potrà restituirmi la giovinezza e la spensieratezza. Nessuno potrà farmi sentire realizzata se io per prima non starò bene con me stessa e non sarò soddisfatta della mia vita.

AAA cercasi bravo “DISconvincitore”

5 pensieri su “autoconvincimento ALTAMENTE DANNOSO

  1. Un paio di anni fa avrei potuto scriverlo io, questo post.
    Sono circa due anni che ho lasciato andare gli ormeggi, la mia vita è indubbiamente diversa ora.
    C’è stato il periodo del “chi sono?”, e ogni tanto torna, a sprazzi come il sole in mezzo alla vegetazione. Lo odio, ma devo dire che continuo a preferirlo ai periodi del “non sono nessuno” e del “sono una merda”. Poi ci sono stati i periodi del “sono… “, e ho avuto modo di essere molte cose, nessuna delle quali bene, ma è stato divertente. Mi sono accorta che il mondo non è un pianeta disabitato, e ho iniziato ad incrociare le persone. Qualcuna si è fermata, altre sono andate. Sono meno realizzata, sicuramente, ma più complessa, alla fine si tratta di scelte.

    Di certo ora ho sempre qualcosa di cui scrivere.
    Un saluto.
    Alessandra

  2. …e se tu rallentassi un pò la corsa, temi che piaceresti di meno?
    Se compiacere agli altri è fatica, allora compiacere a se stessi diventa ancora più importante. Vitale. Piacersi un po’ di più, darsi un po’ di tempo, non vuol dire per forza piacere meno agli altri.
    Vedi quanti spazi vuoti hai lasciato adesso tra una frase e l’altra?
    Sono come respiri. Sono tutti i respiri che hai bisogno di riprenderti.
    Uno alla volta.

  3. Non so bene perche’ la gente si ostini a vedere il lavoro come realizzazione personale. Il lavoro serve a guadagnare i soldi per vivere. Per uscire a cena con le amiche, per andare al cinema col fidanzato, per fare un giro fuori nel weekend. Punto.
    Fare bene il proprio lavoro e’ doveroso, ci mancherebbe. Ma io sono pagata per le mie 8 ore, e quelle faccio. Perche’ dovrei vendere (se anche me le pagassero) altre mie preziosissime ore? Il tempo non ha prezzo e noi ne (s)vendiamo gia’ abbastanza, non credi?

  4. Torno su questo post, ancora! Eccomi sono una DISconvincitrice! Devi aggiornarci però!

    Non è facile rompere anni di consuetudini e di pensieri “deviati”. Non tutti possono capire perché non tutti i lavori ti succhiano il cervello, non tutti i lavori presuppongono un impegno tale e una messa in gioco tale per cui pensi che da lì passi la tua realizzazione.

    Ma forza, dai, scrivi!
    LaStancaSylvie

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